Atilius Regolus Calenus (M.): uno dei due consoli del 335, l'anno della conquista di Cales. Secondo Heurgon (p.283) nella cronografia del 354, M. Atilius porta il cognomen di Calenus. Questo cognomen può essere inteso come un cognomen di vittoria o un cognomen di provenienza. Heurgon propende per questa seconda ipotesi basandosi sul fatto che la gens Atilia è presente in città come testimoniano le firme (K. e N. Atilius) sui vasi caleni (p. 145 e 154). Nel testo di Livio in cognomen Calenus non è riportato. Un suo discendente è il famoso Atilius Regolus della prima guerra punica.
Campanus: cioè da Capua
Casilinum: questo era
il nome del porto fluviale di Capua antica. Ora Casilinum ha preso il nome di
Capua e l'antica Capua si chiama S. Maria Capua Vetere (vetus -eris:
antico).
La moderna via Casilina prende il nome appunto da Casilinum dove
si riconnetteva con la via Appia. Il vecchio nome della Casilina è
Via Latina.
La via Appia, Regina Viarum, verrà costruita più
tardi e collegava Roma a Capua passando più verso la costa,
proseguendo poi fino a Brindisi.
Claudia (gens): Il fondatore, Atta (Attus) Clausus, dalla Sabina venne a Roma nei primi anni della repubblica dove fu accolto tra le famiglie patrizie, latinizzando il nome in Appius Claudius. A diversi esponenti della gens Claudia si devono le vie Appia (Appius Claudius Caecus, censore nel 312) e Claudia. Appartennero alla gens Claudia, tra gli altri gli imperatori Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone.
Claudius Pulcher (Appius): uno dei tantissimi esponenti della gens Claudia con questo nome. Figlio di Publius, combatté nella battaglia di Canne come tribuno (Liv. 25, 53) e si adoperò nel 215 a guadagnare in favore di Roma Hieronimo di Siracusa. All'assedio di questa città prese parte sotto il comandi di Marcello (Liv. 24, 27 e seg.). Morì nel 211 per una ferita ricevuta sotto Capua (Liv. 25, 41).
Claudius Nero (Caius): milita dapprima sotto il comando di Marcello nel 214 in Sicilia; quindi da pretore, dopo lungo assedio conquistò nel 211 Capua (Liv. 26, 14). Dopo aver guerreggiato negli anni seguenti in Spagna ed Italia, acquistò gloria contro Asdrubale, fratello di Annibale. Quando seppe che Asdrubale aveva passato le Alpi ed era giunto in Umbria dispose che parte del suo esercito tenesse a bada Annibale ed egli con una rapida marcia congiunse il resto del suo esercito con quello di Livio Salinatore. Nella battaglia del Metauro, vicino a Sena Gallica, sconfisse Asdrubale la cui tasta fu poi gettata nel campo di Annibale (Liv. 27, 43.51; Pol. 11, 1, 3; App. Hann. 52 e seg.; Hor. Od. 44, 37 e seg.; Val. Max. 4, 1, 9; 7, 4, 4; 9, 3, 1; Flor. 3, 6). Entrambi i consoli furono onorati con un trionfo (Liv. 28, 9).
Duilius K.: console nel 336 a.C. e artefice della "rivoluzione della plebe" assieme a M. Rutilio, P. Filone e D. Mure. Appartenente a famiglia plebea che sosteneva l'espansionismo economico verso la Magna Grecia, nel 334 a.C. fu uno dei commissione triumviri per la deduzione coloniaria della ricca città di Cales. Un altro Duilio (Gaio), forse figlio o nipote del precedente, divenne console nel 260 a.C. e riportò la prima grande vittoria navale di Roma.
Eneo (aeneus): di rame, moneta di rame
Formula togatorum: indica la quantità massima di uomini e di beni (denaro, armi o altro) che ogni singoli alleato doveva fornire a Roma nel caso questa l'avesse richiesto. Questa quantità era fissata in termini assoluti. Si hanno comunque casi di rinegoziazione.
Fulvius Flaccus (Quintus): batté da console i Galli nel 237, Pontifex Maximus nel 216 (Liv. 23, 21), poco dopo da pretore preparò la spedizione in Sardegna. Console di nuovo nel 212 combatté in Campania contro i Cartaginesi di Annone (Liv. 25,13), protesse Roma minacciata da Annibale, comaprendo a tempo con parte dell'esercito, conquistò Capua nel 211 e punì aspramente i capi della rivolta. Più tardi fu nominato dittatore, ebbe altre volte il consolato e soggiogò i Lucani ed altri popoli dell'Italia meridionale (Liv. 27, 15).
Italioti: termine con cui vengono denominati i greci d'Italia e le loro città.
Latina (via): La via Latina è stata uno dei più importanti assi di collegamento tra Italia centrale ed Italia meridionale.
Strabone (Geografia V, 3, 9) "... la via Latina, che raggiunge l'Appia a Casilinum, città che dista da Capua 19 stadii. ..
Con il suo percorso da Roma a Capua, dove confluiva con la Via
Appia, seguiva,
come abbiamo visto, tracciati antichissimi di comunicazione tra il
Lazio
e la Campania, passando attraverso le valli fluviali del Sacco (antico
Trerus)
e del Liri, fiumi che costituivano un itinerario obbligato tra le
catene
montuose dell'Appennino e dell'Antiappennino, con un tracciato che
è
oggi perpetuato dalle vie Anagnina e Casilina.
La realizzazione della strada, che attraversava sia il Latium Vetus che
il
Latium Novum, annesso a Roma dopo la sconfitta degli Equi e dei Volsci
e
lungo la cui direttrice si dislocarono le colonie latine di Cales,
Fregellae,
Interamna Lirenas, si colloca nel quadro dell'espansionismo romano
verso
il sud della penisola, successivo alla conclusione della guerra latina
del
338 a.C.
La via, nata come arteria di penetrazione politico-militare,
è stata
datata dal Coarelli nel periodo immediatamente precedente alla
creazione
dell'Appia, tra il 328 a. C., anno della fondazione di Fregellae,
città
strettamente legata alle vicende della seconda guerra sannitica, e il
312
a.C., fondazione di Interamna Lirenas, dopo la definitiva sottomissione
degli
Aurunci. Per alcuni la sua creazione è molto più antica,
risalente
forse già all'età del ferro (fine IX sec.- VIII sec.
a.C.).
Il nome le deriva dal fatto che la via attraversava il territorio della
Lega
Latina.
Lautulae: località nei pressi di Terracina, dove si svolse una battaglia tra Sanniti e Romani nella seconda guerra Romano-Sannita.
Nomen latinum: Città-stato della Lega Latina che condividevano trattati commerciali e attribuivano alcuni diritti ai cittadini delle altre città. Questi diritti includevano i diritti di commercium, connubium, e migratio. Il diritto di commercium prevedeva che i cittadini di una città potevano esercitare i loro commerci ed avere proprietà nelle altre città latine. Il diritto di migratio permetteva ai cittadini di una città di trasferirsi in un'altra. Il diritto di connubium permetteva il matrimonio tra cittadini di due città latina diverse. Questi diritti furono immessi nei trattati bilaterali che Roma stipulò con le singole città latine dopo lo scioglimento della Lega Latina nel 340 ca.
Nundinae: i mercati periodici che si svolgevano nelle cittadine. L'uso delle frazioni in bronzo facilitava i commerci nei mercati.
Quinctius T.: gens originaria di Alba (come molte tra le gens più antiche di Roma Liv. I, 30) e trasferitasi a Roma al tempo dei dopo la distruzione della loro città. Liv. VII, 9: ...Dictatorem T. Quinctium Poenum eo anno.... Liv. VII, 11: Creatus Q. Seruilius Ahala T. Quinctium magistrum equitum dixit et ex auctoritate patrum, si prospere id bellum euenisset, ludos magnos uouit..... VII, 18: Creati consules ambo patricii, M. Fabius Ambustus tertium T. Quinctius. In quibusdam annalibus pro T. Quinctio M. Popilium consulem inuenio..... VII, 39: Postero die cum eadem deliberatio teneret, ex praedatoribus uagis quidam compertum attulerunt T. Quinctium in Tusculano agrum colere, urbis honorumque immemorem.
Teanum: città dei Sidicini Strabone (Geografia V, 3, 9) ....Teanum, infatti, detta Sidicinum, che viene subito dopo indica con il suo stesso epiteto, che è nel territorio dei Sidicini. Questi sono Oschi, popolo della Campania oggi scomparso, cosicché si potrebbe dire che appartiene anch'essa alla Campania, pur essendo la più grande delle città sulla via Latina. (Geografia V, 4, 10) ..... tutte le altre [le città della Campania] a paragone [di Capua] possono essere considerate piccole città, ad eccezione di Teanum Sidicinum, che è pure importante. Anche Teanum si trova sulla via Appia..... (Geografia V, 4,11) Appartengono ancora alla Campania, oltre alle città già descritte, quelle di cui abbiamo fatto menzione più sopra, cioè Cales e Teanum Sidicinum.E' famoso anche perché in tempi moderni ha ospitato l'incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi.
M. Valerius Corvus: il console romano
che conquista
Cales. La gens è patrizia di origine sabina. Un Volusus
Valesius
viene (Dion. Hal. 2, 46) a Roma assieme a Tito Tazio. Nel 509 P.
Valerius
Poplicola cacciò assieme al famoso Brutus ed altri, Tarquinio il
Superbo
dando inizio alla Repubblica. M. Valerius fu nel 349 compagno di
Camillo
nella guerra contro i Galli ed in questa occasione acuisì il
cognomen di Corvus a causa di un duello contro un Gallo
gigantesco
che vinse con l'aiuto di un corvo.
"...un Gallo si avanzò dalla schiera, insigne sia per la statura
che
per le armi e battendo lo scudo con l'hasta, sfida.. uno dei
Romani
ad incociare le armi.... M. Valerius, tribunus militum
adolescente...
si fa avanti armato.... allora scese dal cielo un corvo che si
appollaiò
sulla galea contro il nemico." Il fatto fu interpretato come
fausto.
Il corvo mantenne la sua posizione e "quando iniziò il
cambattimento, levatosi sulle ali si gettò con il rostro e gli artigli contro
gli occhi del nemico". Battuto il Gallo, la vittoria arrise ai Romani (Liv. 7, 26).
L'anno dopo, sebbene avesse solo 23 anni fu eletto a furor di popolo
console assieme a M. Popilius Laenas (Liv. 7, 26). Di nuovo console nel 346,
battè i Volsci. Console per la terza volta assieme A.Cornelius Cossus,
batté i Sanniti alle falde del monte Grauso e poi in Campania. (Liv. 7, 32).
Nel 342 fu nominato dittatore e soffocò con misure miti e
concilianti una rivolta del presidio di Capua e degli schiavi che si erano
congiunti (Liv. 7, 39). Ottenne più volte il consolato e la dittatura. Nel
334 lo troviamo appunto sotto le mura di Cales. Fu molte altre volte
console e dittatore. Fu dittatore per l'ultima volta nel 229 contro gli
Etruschi, i quali furono talmente impauriti dalla sua presenza che rifiutarono di
scendere in campo aperto. Fu console per l'ultima volta 46 anni dopo la prima
(Cic. Cato XVII, 61) quindi a 72 anni. Ritiratosi in campagna morì
coltivando una sua proprietà a 100 anni.